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Locus amoenus: dalla noia come vuoto di senso e svalorizzazione di s? alla solitudine come pienezza di vita

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  • Emanuela Trotta

Abstract

La diffusione del coronavirus ci ha obbligato ad affrontare non solo la precaria e fragile condizione dell?esistenza umana, ma anche l?incapacit? di gestire s? stessi e il proprio tempo, mettendo in risalto la futilit? di tante nostre attivit?, e della loro natura strumentale, consistente nel tenerci distanti da quel vertiginoso vuoto che ognuno ? per s? stesso. La solitudine pone l?individuo in una condizione di completa nudit? di fronte a s? stesso e alla propria esistenza, diventa espressione di un disagio culturale, sociale e relazionale, mentre dovrebbe essere una peculiarit? posi-tiva. In un mondo saturo di informazioni, la solitudine, dovrebbe rappresentare la possibilit? di ritrovare il silenzio dentro la propria anima, e in questo silenzio risco-prire la nostra condizione esistenziale. Quest?articolo propone una riscoperta del valore del silenzio, non solo come strumento per richiamare l?uomo contemporaneo a s? stesso, ma anche, parados-salmente come possibile modalit? comunicativa. Solo chi ? sceso in profondit?, nella propria solitudine, ? veramente capace di comunione con gli uomini. Questo ? l?uomo che abita il silenzio. Cos? percepito, il silenzio, non ? vuoto, ma pienezza, perch? apre l?uomo all?incontro. L?esperienza della solitudine costituisce la prezio-sa possibilit? di prendere coscienza di ci? che ? veramente importante: gli altri, la socialit?. Sarebbe questo il lascito costruttivo, ristabilire le priorit?, promuovere la possi-bilit? di rinnovamento e ristrutturazione di s?, come base necessaria su cui instaurare un rapporto autentico con l?Altro.

Suggested Citation

  • Emanuela Trotta, 2020. "Locus amoenus: dalla noia come vuoto di senso e svalorizzazione di s? alla solitudine come pienezza di vita," QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, FrancoAngeli Editore, vol. 2020(111), pages 291-300.
  • Handle: RePEc:fan:quaqua:v:html10.3280/qua2020-111013
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